Io, il Mammuth
di Raffaella De Nicola
Sono abituato a questo buio che mi circonda. Sepolto un milioni di anni sotto uno strato di sedimenti di origine fluvio lacustre, a Scoppito, a meno di 1 metro di profondità, quasi a spingere per tornare nuovamente sulla terra pressoché completo, ho 149 ossa, ne manca solo qualcuna, nel giacimento paleontologico di Madonna della Strada. Ricordo. Era il 25 marzo del 1954, le foto mi ritraggono mentre riemergo, piano piano, dalla cava di argilla della Società AMA , proprietà Santarelli, circondato dall’eccitazione, le foto, di tanti uomini. Lì, accanto a me, resti di rinoceronte, ippopotamo antico, grande cervo, pollini, anfibi, rettili, molluschi, tutti animali estinti con i quali ho condiviso i miei anni di vita. Ci muovevamo, insieme agli altri animali, fra acque dolci e rigogliose, foreste di alberi ora estinti e mangiavo piante erbacee, foglie e qualche corteccia. Studi specifici mi hanno dato un’età e un nome. Io sono un Mammuthus meridionalis e sono vissuto nel Quaternario, 1.300.000 anni fa, circa, proprio qui dove ora voi vivete, e dove ai miei tempi, invece, c’era un enorme lago che si adagiava nel bacino aquilano andando da Cagnano Amiterno a Goriano Sicoli e, nel ramo orientale, da Navelli a San Benedetto in Perillis. Voi camminate, quindi, sul fondo di un lago un tempo pieno di verde e vita in un’ era in cui, in un altro continente, l’ Africa, cominciavate ad avere la posizione eretta, homo erectus, appunto, antenato di cacciatori-raccoglitori, prima specie umana a controllare il fuoco che permise all’uomo di scaldarsi, difendersi dagli animali, illuminare le caverne e cuocere il cibo rendendolo più digeribile. E con il fuoco niente fu più come prima.
Sono morto a circa 55 anni, forse per vecchiaia, proprio vicino la sponda del lago, adagiato sul lato sinistro. Mi avete trovato con una sola zanna che pesa più di 100 kg, l’altra l’ho persa o in vita o durante il trasporto passivo verso la melma. La pelle spessa ha protetto a lungo il mio scheletro, impedendo la decomposizione. Poi, con il tempo, fui sommerso definitivamente dai sedimenti argillosi e sono diventato pietra, fossile, praticamente completo, con un processo molto raro.
Sono bello grosso. Oggi peso circa 10 tonnellate, sono alto 4 metri al garrese, lungo circa 7 metri dalla punta della difesa all’estremità della coda. Mi riconoscerete ovunque sia perché sono un pezzo unico, sia perché la zanna che mi manca è la sinistra. Niente a che fare con i miei parenti, quei resti parziali di altri due mammuth rinvenuti nel sito campo di Pile nel giugno 2009.
Se volete avere un’idea di come fossi da cucciolo potete vedere Lyuba, anche se io sono più vecchiotto, un nonnetto, diciamo. Lei visse circa 41.800 anni fa e fu ritrovata nel 2007 in Siberia. Aveva nello stomaco ancora tracce di latte materno, era una piccoletta, circa un mese di vita, quando morì sprofondando nel fango.
Io invece sono una star. Nel 1958 mi portarono al bastione Est del Castello Cinquecentesco, e da lì non mi sono mai mosso.
Sono entrato subito, imponente e importante come ero, nell’immaginario collettivo della città dell’Aquila e in tanti venivano appositamente a vedermi da tutto il mondo, circa 60.000 visitatori l’anno. Giravano intorno a me con la bocca a forma di ohhhh, e poi frotte di bambini, aquilotti e non, con il grembiule, facevano disegni, giochi, e indovinelli e tanto ancora.
Ora non sento più voci intorno a me, non ci sono più foto, mani che mi indicano. Tanti bambini, nati dopo il 2009, non mi hanno mai visto. Solo nel 2013 hanno riaperto il bastione e ho ripreso un po’ d’aria. 10.000 persone, e bambini, stupiti, mi hanno ritrovato nello spazio in cui, ora, vivo solo.
Io appartengo a questo territorio e tempi sospesi ne ho visti tanti. Ma il mio tempo non è quello umano, voi siete un battito di ciglia rispetto alla mia età.
E nella stagione di un’epoca per me, infinita, fra il rumore metallico di qualche operaio, qui al Castello, aspetto, vi aspetto, in questo interminabile silenzio.
foto lago e altre info da: http://www.mammuthusmuseo.com/