IL I DANTEDI’

PERCHE’ NEL I DANTEDì VOLUTO DAL MiBACT PUBBLICHIAMO LA VETRATA DI CELESTINO V? #Dantedì – # ioleggoDante.

Siamo nel Canto III dell’Inferno, tutto è finito, l’uomo, voltando le spalle a Dio è egli stesso inferno. Loro, gli ignavi, hanno scelto un destino di dolore, confinati, persino in questo luogo, è l’ Antinferno, ai margini. La colpa, per un uomo integro come Dante che visse il dolore dell’esilio, è quella di non aver scelto con chi stare, scegliere di non scegliere, non decidere, non appartenere.
Lui, Dante, in questa città dolente, tra la perduta gente, nel verso 60 riconosce “l’ombra di colui che fece per viltade il gran rifiuto”. Forse Celestino V che alla fine del 1294 rinunciò al papato appena qualche mese dopo?

Forse. Forse, ma non sicuro.

Sarebbe venuto poi, nel 1968, il premio Campiello a riscattare nella letteratura la dignità della scelta di Celestino V, Ignazio Silone nell’ “avventura di un povero cristiano”, in una nuova interpretazione delle vicende del Santo eremita, asceta povero , tessera stonata fra la ricchezza della chiesa, incardinato profondamente nella montagna abruzzese, lui stesso silenzio della Natura, meccanismo di rottura fra individuo e Chiesa, che istituì il I giubileo della storia, la Perdonanza, ricchi i paramenti indossati da ecclesiastici e signori che sfilavano per la prima volta accanto ai poveri, contadini, popolani, emarginati senza voce, sotto la Porta Santa di Collemaggio, chinati con il capo e le mani giunte, a chiedere il perdono in un atto , questo sì, senza ombre d ignavia, rivoluzionario.
Il riscatto, nella storia della chiesa e della civiltà, parte proprio da lì.

SCHEDA DELLA VETRATA conservata al MuNDA da “Il Museo Nazionale d’Abruzzo” a cura di Lucia Arbace e Mauro Congeduti, edizioni zip, 2015

Le colorate trasparenze di questa vetrata sono quanto resta, oltre a un’altra, dell’apparato decorativo vetrario delle chiese aquilane.
Proveniente dalla chiesa di San Flaviano, ultimo quarto del XV secolo, vetri policromi dipinti a grisaille e legati in piombo, questa vetrata è tra le più antiche realizzate nella città dell’Aquila, miracolosamente giunte indenni. L’uso della vetrata nell’architettura gotica si sviluppa in Francia e in Inghilterra dal XII secolo. Sono proprio le alte volte a crociera a consentire di aprire finestre più grandi perché il peso della volta viene scaricato sui pilastri compositi. San Pietro Celestino è rappresentato senza la barba, il volto segnato da grandi rughe a ricordare la vita eremitica, sul capo porta il triregno, tipico copricapo dei papi, sormontato da tre corone simboli del potere spirituale, temporale e universale della chiesa. Il Santo papa sorregge una porzione della città dell’Aquila, la protegge tutta persino nelle vie che si intravvedono nella colorata raffigurazione. La vetrata, già negli anni Trenta, veniva definita da Francesco Verlengia un unicum nell’intera regione. (I.P.)

COMUNICATO STAMPA DEL MiBACT:

 

Coinvolti scuole, musei, biblioteche, luoghi di cultura e artisti
Franceschini agli artisti: leggete Dante e condividetelo sui social
Azzolina: riscoprire Dante sarà un modo per restare uniti

Il 25 Marzo, data che gli studiosi individuano come inizio del viaggio ultraterreno della Divina Commedia, si celebrerà per la prima volta il Dantedì, la giornata dedicata a Dante Alighieri recentemente istituita dal Governo.
Il sommo Poeta è il simbolo della cultura e della lingua italiana, ricordarlo insieme sarà un modo per unire ancora di più il Paese in questo momento difficile, condividendo versi dal fascino senza tempo.

L’appuntamento è per le 12 di mercoledì 25 marzo orario in cui siamo tutti chiamati a leggere Dante e a riscoprire i versi della Commedia. Il Ministero dell’Istruzione inviterà docenti e studenti a farlo durante le lezioni a distanza. Ma la richiesta è rivolta a ciascun cittadino. E le 12 saranno l’orario di punta: le celebrazioni, seppur a distanza, potranno proseguire durante tutta la giornata sui social, con pillole, letture in streaming, performance dedicate a Dante, con gli hashtag ufficiali #Dantedì e #IoleggoDante.

“Questa prima edizione avviene in un momento particolarmente difficile. Le tante iniziative già previste si spostano sulla rete. Per questo rivolgo un appello agli artisti: il 25 marzo leggete Dante e postate i vostri contenuti. Dante è la lingua italiana, è l’idea stessa di Italia. Ed è proprio in questo momento che è ancor più importante ricordarlo per restare uniti”. Ha dichiarato il ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini.

“Cittadini e scuole, il prossimo 25 marzo, potranno unirsi in un momento alto di condivisione. Riscoprire Dante, tutti insieme, sarà un modo per restare uniti, in un momento così complesso, attraverso il filo conduttore della poesia. So che gli insegnanti stanno già facendo sforzi importanti per portare avanti la didattica a distanza, per restare in contatto con in nostri ragazzi. Il Dantedì può essere una bellissima occasione per ribadire che la scuola c’è, per condividere, sui social o sulle piattaforme delle lezioni online la passione per uno dei testi più importanti della nostra letteratura”, ha dichiarato la Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina.

Il Mibact e il Miur insieme a scuole, musei, parchi archeologici, biblioteche, archivi e luoghi della cultura proporranno inoltre sui propri account social immagini, video, opere d’arte, rare edizioni della Divina commedia per raccontare quanto la figura del Sommo Poeta nel corso dei secoli abbia segnato profondamente tutte le espressioni culturali e artistiche dell’identità italiana.
Al Dantedì parteciperà attivamente anche la Rai che con Rai Teche ha selezionato le lecturae Dantis interpretate dai maggiori artisti del nostro tempo che saranno programmate in pillole di 30” nelle tre reti generaliste della Rai e su Rai Play e saranno numerosi le trasmissioni nei palinsesti dedicate, curate da Rai Cultura.

Sul canale YouTube del Mibact e sul sito del Corriere della sera sarà inoltre trasmesso un filmato realizzato appositamente per questa prima edizione del #Dantedì con i preziosi contributi di Paolo Di Stefano, giornalista del Corriere della Sera e promotore della giornata dedicata a Dante, Alberto Casadei dell’Associazione degli italianisti, Claudio Marazzini presidente dell’Accademia della Crusca, Carlo Ossola presidente del Comitato per le celebrazioni dei 700 anni dalla morte di Dante, del linguista e filologo prof Luca Serianni della Società Dante Alighieri, di Natascia Tonelli dell’Università di Siena e di Sebastiana Nobili dell’Università di Ravenna.

 

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