ERA IL 20 MAGGIO DEL 1444

di Raffaella De Nicola

E’ il 20 maggio del 1444, vigilia dell’Ascensione, ora dei Vespri. Ammalato, sfinito, emaciato come l’iconografia e l’agiografia  ce lo hanno raccontato, era sceso da Siena per arrivare all’Aquila non rispiarmiandosi in quelle prediche che avevano aperto all’Umanesimo francescano, insieme a San Giovanni da Capestrano,  le frontiere di un’Europa che ancora non esisteva. Così San Bernardino, a braccia aperte  imitando la figura di S. Francesco che aveva ispirato tutta la sua vita,  morì sul pavimento di una povera e disadorna cella a Piazza Palazzo, nel convento di San Francesco a L’Aquila proprio mentre, si narra, i frati intonavano l’antifona del Magnificat e la sera scendeva su quello che sarebbe stato un periodo, sì,  di incertezza , ma anche di impegno civile e architettonico con la  costruzione della monumentale Basilica di San Bernardino per custodirne le spoglie. Si racconta che il suo corpo, esposto alla venerazione, grondò sangue prodigiosamente, facendo finalmente ritrovare la pace ai rissosi cittadini. I frati, che l’accompagnavano, volevano riportare la salma a Siena, ma gli aquilani lo impedirono, concedendo solo gli indumenti indossati dal Santo. Da allora il monogramma bernardiniano lo ritroviamo sopra i portoni aquilani, sulle chiese , sulle statue, sull’iconografia sacra e in altre città europee, e  ricorda il passaggio della parola evangelica con la sintesi del messaggio , quell’IHS  nome di Cristo in greco entro un sole a dodici raggi, realizzato  da lui stesso e per questo diventato, il Santo,  protettore dei pubblicitari, anticipando di secoli la comunicazione con un brand, in termini moderni,  che ha bucato i secoli   battezzando la nostra città se, volgendo lo sguardo, lo ritroviamo ovunque.

Così si presentava, povero nel saio, San Bernardino , dei frati minori l’ordine  più aderente allo spirito della povertà assoluta voluta da San Francesco quando, nella magnifica città dell’Aquila, lo incontravi con San Giovanni da CapestranoSan Giacomo della Marca nel corpo medievale cittadino del XV secolo, incredibili incroci, oppure nel ricovero di San Giuliano, luogo prediletto dell’Osservanza francescana.

Eredità corposa, regalo mirabile, alla nostra città, vie e vite incrociate sotto un sole a dodici raggi su sfondo celeste, simbolo di fede, che da allora accompagna silenziosamente il percorso della città, un tempo importante avamposto dell’Osservanza francescana con i segni che sono lì,  ancora visibili, se solo  osiamo cercarli.

 

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Il soffitto della Chiesa di san Bernardino a L’Aquila dopo il restauro post sisma che ha recuperato lo sfondo celeste del cielo

 

In evidenza: San Bernardino da Siena di  Sano di Pietri,seconda metà XV secolo(1448?) tempera
e oro su tavola. MuNDA – Museo Nazionale d’Abruzzo, L’Aquila

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